A parte la tradizione, l’importanza di questa città è attestata: dalla via Amerina; dalle sue imponenti mura megalitiche e poligonali; da quelle famiglie che, tra il medioevo e il rinascimento, andarono a disegnare lo splendido complesso architettonico a cui oggi diamo il nome di Amelia.
La Storia di una delle più antiche città d’Italia
La città, per la sua stessa posizione geografica ebbe senza dubbio una grande importanza nell’evoluzione delle culture protostoriche tra il Lazio e l’Umbria.
Le prime testimonianze del centro umbro rimandano all’età del Bronzo, col ritrovamento sulla rupe di resti ceramici e un abitato di capanne sul versante sud-orientale. È possibile leggere la continuità di vita dell’abitato primitivo, dall’età del Ferro fino al pieno arcaismo, e i forti contatti con le genti etrusche e falische dell’altra parte del Tevere.
Tra il V e il IV secolo a.C. il centro umbro, probabilmente chiamato Amer, doveva avere una struttura stabile e controllo da parte di un ceto aristocratico, come attestato dai corredi rinvenuti in alcune tombe a camera nel Santuario di Pantanelli, a sud-ovest della città attuale e altri ritrovamenti tra cui i frammenti di un’iscrizione incisa su lamina bronzea con dedica votiva a Zeus oggi al Museo Archeologico di Napoli, o i ricchi corredi della Necropoli dell’Ex-Consorzio. Sono di questo periodo i resti delle mura megalitiche in prossimità di Porta della Valle dove doveva trovarsi il più antico varco alla città antica.
Agli inizi del III secolo a.C., con l’avanzata in territorio falisco di Roma, si strinsero rapporti ufficiali con l’Urbe e si cominciarono a edificare le Mura Poligonali.
Dalla fine dell’età repubblicana fino al periodo augusteo, con la trasformazione di Ameria in municipio nella Regio VI, venne rivisto il piano urbano della città e la sua monumentalizzazione: la città di dotò di un foro con una Cisterna, di un teatro, di un anfiteatro, di terme e del campus dove venne rinvenuto il bronzo del Germanico, oggi al Museo Civico; le domus si arricchirono ambienti con mosaici come quelli rinvenuti nelle cantine di Palazzo Venturelli o Palazzo Farrattini.
L’importanza di Ameria crebbe e ne è testimonianza la celebre orazione Pro Sexto Roscio Amerino che vide Cicerone difendere un nobile amerino, poi assolto, dalla terribile accusa di aver ucciso il padre.
Dal III sec. d.C. Ameria fu assegnata alla provincia Tuscia et Umbria, le prime attestazioni paleocristiane si hanno nel IV secolo, dalla metà del V era diocesi.
Con l’accrescimento dell’importanza della via Amerina accrebbe l’importanza della roccaforte di Amelia che fu contesa dai Goti, dai Bizantini e dai Longobardi. Nel 548 la città fu saccheggiata dai Goti di Totila, successivamente fu dominata da Faraoldo I Duca longobardo di Spoleto (579) sino a che nel 742 venne restituita allo Stato Pontificio da Liutprando come Castrum Sancti Petri.