È proprio grazie alla presenza della via Flaminia, tracciata su preesistenti vie più antiche dal censore Gaio Flaminio Nepote nel 220 a.C., e alla presenza del Tevere e di un porto fluviale – oggi chiamato Porto dell’Olio – che Ocriculum prima, e Otricoli poi, ebbe grande fortuna.
E fu nel periodo alto medioevale che venne edificato il distintivo impianto formato: dal Borgo, coi caratteristici portici lungo la via Flaminia che custodivano locande, taverne e una stazione di posta; e dal Castello protetto da due porte, mura e torrioni.
È proprio dalla Porta Major che si può entrare nel centro storico ricco di edifici che vanno dal medioevo al rinascimento e chiese come quella più importante, la Collegiata di Santa Maria Assunta, che si trova nel punto più alto del colle forse nel luogo dove sorgeva l’antica acropoli e il tempio dedicato alla dea Valentia, il cui antichissimo culto è attestato dalle fonti, e dai ritrovamenti di epigrafi in loco, come caratteristico di Otricoli.
Il lato opposto che guarda alla valle tiberina è dominato dalla Porta San Severino e da uno splendido panorama che si può godere tutto l’anno. Nel Palazzo Comunale è conservato uno dei due Antiquarium del paese, luogo in cui, attraverso alcuni reperti, è possibile ricostruire l’intera storia di Otricoli.
Il fascino della storia di uno dei borghi più antichi dell’Umbria
Furono probabilmente gli antichi umbri a edificare il primo nucleo abitato individuando l’Ocar (=il monte) – come si ritrova nelle Tavole Eugubine – come sede di un insediamento e un’acropoli che si può forse leggere ancora nelle strutture dei sotterranei della Collegiata Santa Maria Assunta. Alcuni tratti di mura, nella parte che guarda a San Vito si reputano risalire al IV sec. a.C. ma sono: le necropoli, tra cui quella di Cerqua Cupa che parlano di una presenza umana ancora più antica, come la presenza di terrecotte architettoniche o ceramiche sempre nei pressi dell’area di Ocriculum, che datano l’insediamento a un’epoca almeno attorno al VII secolo a.C.
Ocriculum nel periodo romano
La prima attestazione di Ocriculum da parte degli autori classici si ha con Tito Livio che – Ab Urbe Condita – IX, 41, 20 – racconta come, dopo la Battaglia di Bevagna nel 308 a.C. gli otricolani vennero accolti tra gli amici di Roma acquisendo un ruolo fondamentale al confine con l’Umbria e la Sabina e punto di snodo per gli scambi lungo la via Flaminia e attraverso il Tevere attraverso il Porto dell’Olio.
Dopo la guerra sociale Ocriculum, in virtù della lex Iulia venne ascritta alla tribù Arniensis e divenne municipio retto da quattuorviri. I monumenti che si conservano come il Teatro, l’Anfiteatro, le Terme e le Grandi Sostruzioni mostrano una vita fiorente basata soprattutto sui commerci e sull’agricoltura. Come a Narni ne fecero un luogo adatto alla villeggiatura: sappiamo che vi possedeva una villa Milone, amico di Cicerone e la ricchissima suocera di Plinio il Giovane Pompea Celerina.
Fu nel dicembre del 69 d.C. che le truppe di Vespasiano, guidate da Antonio Primo, si fermarono proprio a Ocriculum per festeggiare i Saturnalia.
Il 168 d.C. è una data importante per la tradizione di Otricoli: è la data, secondo una vulgata legata a questo Santo, Vittore di Otricoli viene martirizzato in Siria. Il Patrono di Otricoli si festeggia il 14 maggio e la sera precedente si celebra il suggestivo “Sbarco” presso il Porto dell’Olio che rievoca il ritorno della salma nel suo paese natio. Dalla stessa tradizione è nato l’imperdibile evento di rievocazione Ocriculum AD 168 che, ogni ultimo fine settimana di maggio, fa tornare l’area archeologica al tempo di Marco Aurelio.
Otricoli dovette essere attraversata dagli eserciti dei greci e dei goti tra il 542 e il 552: è in questo frangente che si inserisce la tradizione dell’episodio miracoloso del vescovo di Ocriculum Fulgenzio (co-Patrono insieme a San Vittore) che fermò Totila e salvò l’abitato da sicura distruzione.
Con le invasioni longobarde si ritiene che la città lungo il fiume fu completamente distrutta e preferita a quella in altura che troveremo nei primi documenti col nome di castrum Utricoli solo nel VIII secolo.