punto di interesse
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Lungo la strada che da Attigliano porta ad Alviano attraversando il Comune di Lugnano in Teverina, prima delle Terme di Ramici si incrocia un fontanile con al fianco una piccola edicola con la statua della Madonna.
La Fontana di Sant’Eugenia di Attigliano, la cui fonte in passato doveva essere di fianco una chiesa campestre dedicata alla Santa, ha origini antichissime e un fascino legato a un culto misto tra cristianesimo e paganesimo che ne ha fatto la sua fortuna e la sua sfortuna.
Fu nel 1845 che don Filippo Costantini, volendo ricostruire una chiesa nei pressi della “prodigiosa fonte di Sant’Eugenia” tanto venerata dal popoli di Attigliano, scrisse una lettera al vescovo di Amelia Mariano Bartocci Brasca per ottenerne il permesso, avendo già trovato il soldi per farlo.
Il parroco per avvalorare la tesi dell’antica devozione allegò un editto del 1758 dell’allora vescovo Giacomo Filippo Consoli.
Purtroppo per il parroco, l’editto raccontava sì dell’esistenza della chiesa diroccata vicino a “la fonte di Sant’Eugenia”, ma anche del fatto che molte persone vi si recavano per bere l’acqua ritenuta miracolosa, e soprattutto le puerpere vi facevano un rito ritenuto non consono alla religione cristiana.
L’accezione pagana del tutto, allertò talmente il vescovo che questo emise l’editto con pene, addirittura di scomunica.
E di riflesso, quasi cento anni dopo il vescovo Mariano Bartocci Brasca negò la possibilità di ricostruire la chiesa.
Secondo il rito, se a una puerpera mancava il latte: si doveva gettare del pane nella fontana, poi mangiarlo e, in seguito, ponendosi come a bere l’acqua, occorreva dire una formula lasciando cadere un certo numero di fave dal petto per via delle parti inferiori, sino all’acqua.
In questo modo il latte sarebbe tornato.
Lungo la strada che da Attigliano porta ad Alviano attraversando il Comune di Lugnano in Teverina, prima delle Terme di Ramici si incrocia un fontanile con al fianco una piccola edicola con la statua della Madonna.
La Fontana di Sant’Eugenia di Attigliano, la cui fonte in passato doveva essere di fianco una chiesa campestre dedicata alla Santa, ha origini antichissime e un fascino legato a un culto misto tra cristianesimo e paganesimo che ne ha fatto la sua fortuna e la sua sfortuna.
Fu nel 1845 che don Filippo Costantini, volendo ricostruire una chiesa nei pressi della “prodigiosa fonte di Sant’Eugenia” tanto venerata dal popoli di Attigliano, scrisse una lettera al vescovo di Amelia Mariano Bartocci Brasca per ottenerne il permesso, avendo già trovato il soldi per farlo.
Il parroco per avvalorare la tesi dell’antica devozione allegò un editto del 1758 dell’allora vescovo Giacomo Filippo Consoli.
Purtroppo per il parroco, l’editto raccontava sì dell’esistenza della chiesa diroccata vicino a “la fonte di Sant’Eugenia”, ma anche del fatto che molte persone vi si recavano per bere l’acqua ritenuta miracolosa, e soprattutto le puerpere vi facevano un rito ritenuto non consono alla religione cristiana.
L’accezione pagana del tutto, allertò talmente il vescovo che questo emise l’editto con pene, addirittura di scomunica.
E di riflesso, quasi cento anni dopo il vescovo Mariano Bartocci Brasca negò la possibilità di ricostruire la chiesa.
Secondo il rito, se a una puerpera mancava il latte: si doveva gettare del pane nella fontana, poi mangiarlo e, in seguito, ponendosi come a bere l’acqua, occorreva dire una formula lasciando cadere un certo numero di fave dal petto per via delle parti inferiori, sino all’acqua.
In questo modo il latte sarebbe tornato.
Oggi la fontana si presenta come una sorta di abbeveratoio ma conserva ancora quel fascino ancestrale che la lega, e l’ha legata, alla storia di Attigliano e dei Comuni limitrofi.
E poco vicino è stata edificata una piccola edicola dedicata alla Madonna.
Oggi la fontana si presenta come una sorta di abbeveratoio ma conserva ancora quel fascino ancestrale che la lega, e l’ha legata, alla storia di Attigliano e dei Comuni limitrofi.
E poco vicino è stata edificata una piccola edicola dedicata alla Madonna.
Uno dei percorsi pianeggianti di cui si può godere partendo dal Castello di Attigliano, è l’Anello dell’Acqua: un percorso turistico di circa 7 km che parte da Piazza Vittorio Emanuele II, passa per la campagna di Attigliano sino a giungere proprio alla Fontana di Sant’Eugenia, per poi dirigersi verso il Tevere e, sul tragitto lungo il fiume, torna ad Attigliano.
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La Progressive Web App è parte del progetto “Le Terre dei Borghi Verdi”, realizzato in collaborazione e con il contributo della Regione Umbria – Assessorato al Turismo
©2021 Le Terre dei Borghi Verdi
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