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Oratorio di Sant’Antonio Abate

Chiesa

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Oratorio di Sant’Antonio Abate

Chiesa
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Oratorio di Sant’Antonio Abate e Presepe Monumentale del Cinquecento

L’ingresso di sinistra della grande facciata in Piazza Mazzini, pensata da Ferdinando Fuga, porta all’interno dell’Oratorio di Sant’Antonio Abate che custodisce una delle opere più pregevoli di Calvi dell’Umbria: il cinquecentesco Presepe Monumentale degli abruzzesi Giacomo e Raffaele da Montereale.

Facente parte del percorso di visita del Museo del Monastero delle Orsoline, l’oratorio ospita quest’opera in terracotta policroma che rappresenta la Natività con le statue predisposte su quattro registri sovrapposti.

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L’ingresso di sinistra della grande facciata in Piazza Mazzini, pensata da Ferdinando Fuga, porta all’interno dell’Oratorio di Sant’Antonio Abate che custodisce una delle opere più pregevoli di Calvi dell’Umbria: il cinquecentesco Presepe Monumentale degli abruzzesi Giacomo e Raffaele da Montereale.

Oratorio di Sant’Antonio Abate e Presepe Monumentale del Cinquecento

Facente parte del percorso di visita del Museo del Monastero delle Orsoline, l’oratorio ospita quest’opera in terracotta policroma che rappresenta la Natività con le statue predisposte su quattro registri sovrapposti.

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La rappresentazione della Natività

A terra la Sacra Famiglia con Giuseppe e Maria oranti e il bambino con bue e asinello attorniati da uno zampognaro, una contadina, una vecchia cieca e da un angelo che suona un organo.

Nel piano superiore, sorretti da un arco, i Magi a cavallo seguiti ancora più in alto dal loro corteo.

Nel catino superiore, dipinto come una volta celeste vi sono quattro angeli con le ali spalancate.

Sulla destra, poste in due nicchie, le due pregevoli statue di Sant’Antonio e San Rocco, entrambi con caratteristiche simili: entrambi guaritori, entrambi protettori contro le epidemie.

La storia dell’opera

Da un documento di pagamento si sa che l’opera è datata 1545 e gli autori sono Giacomo e Raffaele da Montereale, conosciuti anche come i pittori dei presepi. Insieme a loro, lavorarono sicuramente una schiera di aiutanti, questo lo possiamo dedurre sia dalle differenze di stile e di mano per ciò che riguarda le figure secondarie.

Le figure della scena centrale, sono senza dubbio mano dei due fratelli, poiché se ne riconosce la nobiltà di esecuzione che, in alcuni casi, le ha fatte attribuire anche ad altri grandi artisti del periodo che, sicuramente, avevano in qualche modo influenzato i Montereale. 

La parte dedicata alla Natività, in origine, era sicuramente una scena più complessa e ricca di personaggi, ma l‘intervento del Fuga – mirato a ridurre l’oratorio in favore della Chiesa di Santa Brigida – ne manomise il fondale e alcune statue.

La rappresentazione della Natività

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A terra la Sacra Famiglia con Giuseppe e Maria oranti e il bambino con bue e asinello attorniati da uno zampognaro, una contadina, una vecchia cieca e da un angelo che suona un organo.

Nel piano superiore, sorretti da un arco, i Magi a cavallo seguiti ancora più in alto dal loro corteo.

Nel catino superiore, dipinto come una volta celeste vi sono quattro angeli con le ali spalancate.

Sulla destra, poste in due nicchie, le due pregevoli statue di Sant’Antonio e San Rocco, entrambi con caratteristiche simili: entrambi guaritori, entrambi protettori contro le epidemie.

La storia dell’opera

Da un documento di pagamento si sa che l’opera è datata 1545 e gli autori sono Giacomo e Raffaele da Montereale, conosciuti anche come i pittori dei presepi. Insieme a loro, lavorarono sicuramente una schiera di aiutanti, questo lo possiamo dedurre sia dalle differenze di stile e di mano per ciò che riguarda le figure secondarie.

Le figure della scena centrale, sono senza dubbio mano dei due fratelli, poiché se ne riconosce la nobiltà di esecuzione che, in alcuni casi, le ha fatte attribuire anche ad altri grandi artisti del periodo che, sicuramente, avevano in qualche modo influenzato i Montereale. 

La parte dedicata alla Natività, in origine, era sicuramente una scena più complessa e ricca di personaggi, ma l‘intervento del Fuga – mirato a ridurre l’oratorio in favore della Chiesa di Santa Brigida – ne manomise il fondale e alcune statue.





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