punto di interesse
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Casteltodino cinto dalle sue mura, che nascondono vicoli tortuosi che si aprono in splendide piazze e suggestivi, si erge su un’altura lungo la strada (SP9) che oggi unisce Acquasparta a Montecastrilli di cui è frazione.
Poco si sa sulle origini di Casteltodino ma, l’aquila todina che spicca sulla porta del paese, racconta già del suo rapporto stretto con la vicina potenza turderde.
Con ogni probabilità il primo agglomerato fu costruito – come i vicini castelli di Quadrelli e Ciciliano – attorno a una delle ville che si formarono al seguito delle distribuzioni di territori ai veterani di Ottaviano attorno al territorio di Todi.
Una tradizione vuole che la gens Tuditana – di cui Caio Sempronio Tuditano è il rappresentante più illustre – fosse quella che fondò il forte che poi divenne prima Castel Tuditano e poi Casteltodino.
Con ogni probabilità fu pagus del vicino municipio di Carsulae fino a che divenne, nel X secolo proprietà degli Arnolfi attestate da donazioni di terre e chiese al Monastero di San Nicolò di San Gemini e al Monastero di Farfa.
Tra le diverse vicissitudini del tempo, l’assedio del 1366 perpetrato da parte di Giovanni l’Acuto fu quella che che colpì di più, oltre che tutto il territorio, anche Casteltodino.
I successivi anni videro il castello protagonista degli scontri tra guelfi e ghibellini, e tra gli Atti e i Chiaravalle.
La discesa di Carlo VIII coi Lanzichenecchi – alla fine del XV secolo – non risparmiò questo territorio che però venne sempre sostenuto dalla potenza tuderte che, nel corso degli anni, vi mantenne sempre un castellano per l’importanza del luogo, crocevia della via Petrosa – detta anche via delle Sette Valli – che da Todi si univa lì alla via Amerina e diveniva una delle più importanti vie di comunicazione con Roma.
Casteltodino cinto dalle sue mura, che nascondono vicoli tortuosi che si aprono in splendide piazze e suggestivi, si erge su un’altura lungo la strada (SP9) che oggi unisce Acquasparta a Montecastrilli di cui è frazione.
Poco si sa sulle origini di Casteltodino ma, l’aquila todina che spicca sulla porta del paese, racconta già del suo rapporto stretto con la vicina potenza turderde.
Con ogni probabilità il primo agglomerato fu costruito – come i vicini castelli di Quadrelli e Ciciliano – attorno a una delle ville che si formarono al seguito delle distribuzioni di territori ai veterani di Ottaviano attorno al territorio di Todi.
Una tradizione vuole che la gens Tuditana – di cui Caio Sempronio Tuditano è il rappresentante più illustre – fosse quella che fondò il forte che poi divenne prima Castel Tuditano e poi Casteltodino.
Con ogni probabilità fu pagus del vicino municipio di Carsulae fino a che divenne, nel X secolo proprietà degli Arnolfi attestate da donazioni di terre e chiese al Monastero di San Nicolò di San Gemini e al Monastero di Farfa.
Tra le diverse vicissitudini del tempo, l’assedio del 1366 perpetrato da parte di Giovanni l’Acuto fu quella che che colpì di più, oltre che tutto il territorio, anche Casteltodino.
I successivi anni videro il castello protagonista degli scontri tra guelfi e ghibellini, e tra gli Atti e i Chiaravalle.
La discesa di Carlo VIII coi Lanzichenecchi – alla fine del XV secolo – non risparmiò questo territorio che però venne sempre sostenuto dalla potenza tuderte che, nel corso degli anni, vi mantenne sempre un castellano per l’importanza del luogo, crocevia della via Petrosa – detta anche via delle Sette Valli – che da Todi si univa lì alla via Amerina e diveniva una delle più importanti vie di comunicazione con Roma.
I vicoli e le piazze entro le mura formano un suggestivo percorso da fare a piedi e col giusto tempo per ammirare la bellezza millenaria di questo borgo medievale.
La Chiesa di San Bartolomeo, oggi ristrutturata, è il luogo più importante e antico del centro storico, costruita a cavallo dei secoli XI e XII e facente parte della stessa cinta muraria, conserva notevoli opere.
I vicoli e le piazze entro le mura formano un suggestivo percorso da fare a piedi e col giusto tempo per ammirare la bellezza millenaria di questo borgo medievale.
La Chiesa di San Bartolomeo, oggi ristrutturata, è il luogo più importante e antico del centro storico, costruita a cavallo dei secoli XI e XII e facente parte della stessa cinta muraria, conserva notevoli opere.
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La Progressive Web App è parte del progetto “Le Terre dei Borghi Verdi”, realizzato in collaborazione e con il contributo della Regione Umbria – Assessorato al Turismo
©2021 Le Terre dei Borghi Verdi
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