punto di interesse
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La Pieve di San Vittorina, oggi purtroppo impalcata per futura ristrutturazione e visitabile solo dall’esterno, è situata in campagna lungo un diverticolo della via Amerina.
Fu uno dei luoghi spirituali più importanti del territorio tuderte e venne edificata con tutta probabilità nell’alto medioevo – visto un cippo monolitico in travertino che reca scolpito un cavallo sormontato da una croce e l’epigrafe ad honorem beate martyris databile VII-VIII secolo, oggi non più in sito.
Ebbe grande importanza quando, nel XIII secolo, Todi divise il territorio in 19 plebati e la collegiata di San Vittorina – unica con fonte battesimale – divenne il punto di riferimento di oltre 4000 persone che vivevano nelle ville e nei castelli attorno, tra cui lo stesso di Avigliano Umbro, di Montecastrilli e di Collesecco.
Attorno al XVII secolo, per la perdita di importanza, la parrocchia venne trasferita nella Chiesa di San Giovanni di Dunarobba.
La Pieve di San Vittorina, oggi purtroppo impalcata per futura ristrutturazione e visitabile solo dall’esterno, è situata in campagna lungo un diverticolo della via Amerina.
Fu uno dei luoghi spirituali più importanti del territorio tuderte e venne edificata con tutta probabilità nell’alto medioevo – visto un cippo monolitico in travertino che reca scolpito un cavallo sormontato da una croce e l’epigrafe ad honorem beate martyris databile VII-VIII secolo, oggi non più in sito.
Ebbe grande importanza quando, nel XIII secolo, Todi divise il territorio in 19 plebati e la collegiata di San Vittorina – unica con fonte battesimale – divenne il punto di riferimento di oltre 4000 persone che vivevano nelle ville e nei castelli attorno, tra cui lo stesso di Avigliano Umbro, di Montecastrilli e di Collesecco.
Attorno al XVII secolo, per la perdita di importanza, la parrocchia venne trasferita nella Chiesa di San Giovanni di Dunarobba.
La sua forma attuale è legata ai canoni del tardo romanico: di pianta rettangolare è costruita con pietra squadrata di dimensioni variabili bianca e rosa.
Su retro vi sono i resti di una torre duecentesca, adibita prima a torre di controllo a difesa della chiesa, poi a torre campanaria. Fu rimaneggiata più volte e oggi appare nella forma assunta attorno al XV secolo quando probabilmente vi fu aggiunto un campanile a vela.
All’interno era presente una bella acquasantiera in granito rosa (purtroppo oggi scomparsa) e i resti di un affresco del XVI sec. raffigurante un “Santo Vescovo“.
Posta in sicurezza in attesa di un futuro restauro, oggi raffigura solo l’ombra di quello che fu un tempo.
La sua forma attuale è legata ai canoni del tardo romanico: di pianta rettangolare è costruita con pietra squadrata di dimensioni variabili bianca e rosa.
Su retro vi sono i resti di una torre duecentesca, adibita prima a torre di controllo a difesa della chiesa, poi a torre campanaria. Fu rimaneggiata più volte e oggi appare nella forma assunta attorno al XV secolo quando probabilmente vi fu aggiunto un campanile a vela.
All’interno era presente una bella acquasantiera in granito rosa (purtroppo oggi scomparsa) e i resti di un affresco del XVI sec. raffigurante un “Santo Vescovo“.
Posta in sicurezza in attesa di un futuro restauro, oggi raffigura solo l’ombra di quello che fu un tempo.
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©2021 Le Terre dei Borghi Verdi
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