punto di interesse

Museo del Monastero delle Orsoline

Museo

0744 710158

sabato: 15.00–18.00
domenica: 11.00–13.00 15.00–18.00

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sabato: 15.00–18.00
domenica: 11.00–13.00 15.00–18.00

17-sala-cinque-parabola-dei-ciechi-museo-monastero-delle-orsoline-calvi-dell-umbria

Il Museo del Monastero delle Orsoline a Calvi

Il Museo del Monastero delle Orsoline è situato all’interno del vasto complesso dell’omonimo monastero posto al piano terreno di Palazzo Ferrini, edificato nel 1606, primo nucleo dell’edificio monastico e oggi sede anche del Comune di Calvi dell’Umbria.

Istituito nel 2001 con dipinti, arredi sacri e opere provenienti dal territorio e dallo stesso monastero, venne arricchito, quasi dieci anni dopo, dalla Collezione Pasquale Chiomenti e Donata Chiomenti Vassalli, offerta in dono al comune da Filippo e Carlo in memoria dei propri genitori.

Le opere del museo e pinacoteca

Varcato il portale d’ingresso sovrastato dallo stemma della famiglia Ferrini, passata la biglietteria, ad accogliere i visitatori, nella prima delle sei sale, sono proprio i ritratti di due importanti esponenti di questa famiglia:

  • Demofonte Gioacchino Ferrini, vissuto nella seconda metà del XVII secolo;
  • e Francesco Demofonte Ferrini, datato 1683, ultimo erede maschio della dinastia, alla cui morte nel 1715 questo edificio divenne di proprietà della Comunità di Calvi che vi fondò il monastero come da volontà testamentarie del suo predecessore Demofonte.

La sala dei papi

Nella prima sala sono ospitate le opere lignee del museo, la serie dei papi e quella dei disegni e incisioni della Collezione Chiomenti-Vassalli. 

Tra i tanti ritratti di papi spicca quello di Papa Clemente IX, opera di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, allievo e collaboratore di Bernini.

La scultura del manierismo romano è rappresentata da due busti di papi di Bastiano Torrigiani e Lorenzo Ottoni.

Una parete è occupata dalla grande e dettagliata Veduta di Roma dal colle Gianicolo opera di Giuseppe Vasi, incisione del 1765. Di scuola fiamminga del XVI secolo è un Memento Mori (ricordati che devi morire), sul tema della morte e la fanciulla della Cerchia di Jan Sanders va Hemessen.

La sala delle opere del territorio di Calvi

La seconda sala è dedicata alle opere provenienti dal territorio di Calvi dell’Umbria: appartiene alla collezione locale una grande pala raffigurante la Pentecoste, proveniente dalla Chiesa di San Francesco e attribuita a Camillo Angelucci, attivo tra il 1540 e 1584.

Spiccano l’Immacolato concezione di Agostino Masucci, proveniente dalla Cappella del Cimitero e il Martirio di Sant’Andrea attribuito alla cerchia di Gerolamo Troppa, un tempo collocato nell’omonima cappella della Chiesa di Santa Maria Assunta.

La terza sala

In questa sala spicca una collezione di argenti antichi proveniente dalle chiese di Calvi e, soprattutto, il Ritratto della Regina Cristina di Svezia, opera di Jacob Ferdinand Voet, dipinto intorno il 1670 e nel quale il pittore ritrae la sovrana come una Minerva. Dello stesso Vouet è il delicato Ritratto di Isabella Strozzi Costaguti

Di Pietro Nelli un ritratto di fanciulla in una ricca veste da camera ci guarda con aria interrogativa.

La quarta sala

La quarta sala ospita la serie dei paesaggi e quella dei soggetti di genere della Collezione Chiomenti-Vassalli: una serie di vedute di rovine e paesaggi tra i quali di interesse le due grandi tele del XVII secolo di Pietro Montanini, detto Petruccio Perugino raffiguranti un Paesaggio montano con forte vento e contadini e un Paesaggio con forte vento e mulo ostinato concepite in pendant.

L’opera più importante della sala è Monaci in una barca tirata a riva di Alessandro Magnasco detto Il LIssandrino, dipinta dopo il 1730.

La quinta sala: scrigno del museo

La sala più importante del museo raccoglie cinque mirabili opere della Collezione Chiomenti Vassalli:

  • il primo è La fuga di Enea da Troia di Pompeo Bartoni, opera classica siglata 1755;
  • il vero tesoro della collezione à La parabola dei ciechi di Pieter Brueghel il Giovane databile primo quarto del XVII secolo. L’interpretazione iconologica classica è quella dell’accecamento dell’Antico Testamento reinterpretata in chiava contemporanea nel contesto delle lotte religiose tra cattolici e protestanti. Pieter Brueghel il giovane mostra quattro ciechi in un paesaggio abbozzato, ispirato ai dintorni di Bruxelles;
  • segue la Veduta di roma: il Campo Vaccino del Campidoglio, con a sinistra la loggia dell’Aracoeli opera firmata da Gaspar Van Wittel (o Gaspare Vanvitelli) e dipinta tra il 1634 e il 1635;
  • di grande fascino è La Maddalena penitente di Guido Reni, dipinta tra il 1634 e il 1635;
  • l’ultima tela è l’Andromeda di Francesco Furini, dipinto inedito realizzato alla fine della carriera del maestro negli anni 30 e 40 del Seicento.

La sesta sala

L’ultima sala del museo ospita la serie dei soggetti sacri, inoltre due Nature morte con tappeti di Francesco Noletti, detto Il Maletese.

L’opera più significativa della sala è la Condanna del Giansenismo a Roma nel 1641 opera di Andrea Sacchi e Jan Miel nella quale viene rappresentata la riunione avvenuta il 1 agosto del 1641 nel convento dei Domenicani di Santa Maria sopra Minerva per la condanna da parte dell’Inquisizione del trattato dell’Augustinus, sulla grazia divina, scritto dal teologo Cornelius Jansenius e stampato a Lovanio nel 1640.

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Il Museo del Monastero delle Orsoline è situato all’interno del vasto complesso dell’omonimo monastero posto al piano terreno di Palazzo Ferrini, edificato nel 1606, primo nucleo dell’edificio monastico e oggi sede anche del Comune di Calvi dell’Umbria.

Il Museo del Monastero delle Orsoline a Calvi

Istituito nel 2001 con dipinti, arredi sacri e opere provenienti dal territorio e dallo stesso monastero, venne arricchito, quasi dieci anni dopo, dalla Collezione Pasquale Chiomenti e Donata Chiomenti Vassalli, offerta in dono al comune da Filippo e Carlo in memoria dei propri genitori.

Le opere del museo e pinacoteca

Varcato il portale d’ingresso sovrastato dallo stemma della famiglia Ferrini, passata la biglietteria, ad accogliere i visitatori, nella prima delle sei sale, sono proprio i ritratti di due importanti esponenti di questa famiglia:

  • Demofonte Gioacchino Ferrini, vissuto nella seconda metà del XVII secolo;
  • e Francesco Demofonte Ferrini, datato 1683, ultimo erede maschio della dinastia, alla cui morte nel 1715 questo edificio divenne di proprietà della Comunità di Calvi che vi fondò il monastero come da volontà testamentarie del suo predecessore Demofonte.

La sala dei papi

Nella prima sala sono ospitate le opere lignee del museo, la serie dei papi e quella dei disegni e incisioni della Collezione Chiomenti-Vassalli. 

Tra i tanti ritratti di papi spicca quello di Papa Clemente IX, opera di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, allievo e collaboratore di Bernini.

La scultura del manierismo romano è rappresentata da due busti di papi di Bastiano Torrigiani e Lorenzo Ottoni.

Una parete è occupata dalla grande e dettagliata Veduta di Roma dal colle Gianicolo opera di Giuseppe Vasi, incisione del 1765. Di scuola fiamminga del XVI secolo è un Memento Mori (ricordati che devi morire), sul tema della morte e la fanciulla della Cerchia di Jan Sanders va Hemessen.

La sala delle opere del territorio di Calvi

La seconda sala è dedicata alle opere provenienti dal territorio di Calvi dell’Umbria: appartiene alla collezione locale una grande pala raffigurante la Pentecoste, proveniente dalla Chiesa di San Francesco e attribuita a Camillo Angelucci, attivo tra il 1540 e 1584.

Spiccano l’Immacolato concezione di Agostino Masucci, proveniente dalla Cappella del Cimitero e il Martirio di Sant’Andrea attribuito alla cerchia di Gerolamo Troppa, un tempo collocato nell’omonima cappella della Chiesa di Santa Maria Assunta.

La terza sala

In questa sala spicca una collezione di argenti antichi proveniente dalle chiese di Calvi e, soprattutto, il Ritratto della Regina Cristina di Svezia, opera di Jacob Ferdinand Voet, dipinto intorno il 1670 e nel quale il pittore ritrae la sovrana come una Minerva. Dello stesso Vouet è il delicato Ritratto di Isabella Strozzi Costaguti

Di Pietro Nelli un ritratto di fanciulla in una ricca veste da camera ci guarda con aria interrogativa.

La quarta sala

La quarta sala ospita la serie dei paesaggi e quella dei soggetti di genere della Collezione Chiomenti-Vassalli: una serie di vedute di rovine e paesaggi tra i quali di interesse le due grandi tele del XVII secolo di Pietro Montanini, detto Petruccio Perugino raffiguranti un Paesaggio montano con forte vento e contadini e un Paesaggio con forte vento e mulo ostinato concepite in pendant.

L’opera più importante della sala è Monaci in una barca tirata a riva di Alessandro Magnasco detto Il LIssandrino, dipinta dopo il 1730.

La quinta sala: scrigno del museo

La sala più importante del museo raccoglie cinque mirabili opere della Collezione Chiomenti Vassalli:

  • il primo è La fuga di Enea da Troia di Pompeo Bartoni, opera classica siglata 1755;
  • il vero tesoro della collezione à La parabola dei ciechi di Pieter Brueghel il Giovane databile primo quarto del XVII secolo. L’interpretazione iconologica classica è quella dell’accecamento dell’Antico Testamento reinterpretata in chiava contemporanea nel contesto delle lotte religiose tra cattolici e protestanti. Pieter Brueghel il giovane mostra quattro ciechi in un paesaggio abbozzato, ispirato ai dintorni di Bruxelles;
  • segue la Veduta di roma: il Campo Vaccino del Campidoglio, con a sinistra la loggia dell’Aracoeli opera firmata da Gaspar Van Wittel (o Gaspare Vanvitelli) e dipinta tra il 1634 e il 1635;
  • di grande fascino è La Maddalena penitente di Guido Reni, dipinta tra il 1634 e il 1635;
  • l’ultima tela è l’Andromeda di Francesco Furini, dipinto inedito realizzato alla fine della carriera del maestro negli anni 30 e 40 del Seicento.

La sesta sala

L’ultima sala del museo ospita la serie dei soggetti sacri, inoltre due Nature morte con tappeti di Francesco Noletti, detto Il Maletese.

L’opera più significativa della sala è la Condanna del Giansenismo a Roma nel 1641 opera di Andrea Sacchi e Jan Miel nella quale viene rappresentata la riunione avvenuta il 1 agosto del 1641 nel convento dei Domenicani di Santa Maria sopra Minerva per la condanna da parte dell’Inquisizione del trattato dell’Augustinus, sulla grazia divina, scritto dal teologo Cornelius Jansenius e stampato a Lovanio nel 1640.

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Il percorso di visita: le cucine del monastero e il presepe monumentale

Il Museo del Monastero delle Orsoline, oltre la pinacoteca, comprende nel suo percorso di visita anche le Cucine storiche risalenti alla prima metà del XVIII secolo e il Presepe Monumentale in terracotta del XVI secolo custodito nell’Oratorio di Sant’Antonio Abate, posto di fianco della Chiesa di Santa Brigida.

Il percorso di visita: le cucine del monastero e il presepe monumentale

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Il Museo del Monastero delle Orsoline, oltre la pinacoteca, comprende nel suo percorso di visita anche le Cucine storiche risalenti alla prima metà del XVIII secolo e il Presepe Monumentale in terracotta del XVI secolo custodito nell’Oratorio di Sant’Antonio Abate, posto di fianco della Chiesa di Santa Brigida.





Il Monastero delle Orsoline

Fu Ferdinando Fuga a progettare il grandioso complesso del Monastero delle Orsoline realizzato tra il 1739 al 1743. 

Era previsto con quattro ali attorno a un grande cortile quadrato, ma solo un lato fu costruito.

L’impianto distributivo è semplice e funzionale alle esigenze di clausura: un piano interrato dedicato ai servizi e alle cucine, un piano terreno di rappresentanza, un primo piano con la sequenza delle celle individuali. 

Particolarmente suggestiva è la visita alle cucine, dove sono alloggiati una cisterna, una lavanderia, un panificio, locali per la conservazione delle derrate e le cucine che mostrano i dettagli della vita quotidiana della comunità.

All’estremità opposta alla chiesa si apre il vasto giardino monastico richiuso da un alto muro, suggestivo luogo che attende da anni un restauro adeguato alla sua singolarità storica.

Scopri Calvi dell’Umbria

Continua il circuito di visita:

Scopri il Presepe Monumentale nell’Oratorio di Sant’Antonio Abate

Oppure continua il percorso nel centro storico di Calvi:

Raggiungi Piazza Mazzini

Oppure scopri i punti di interesse di Calvi e del suo territorio:

Itinerario per il centro storico di Calvi dell’Umbria

Calvi e il suo Territorio

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Museo del Monastero delle Orsoline
, 05032, Calvi dell'Umbria