punto di interesse
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Porta da Piedi, e la Chiesa di San Valentino che la sovrastava fino al 1944 quando venne distrutta, era l’ingresso dal basso del colle, al castello di Calvi dell’Umbria.
Oggi rimane ben poco di questa struttura con arco che, posta appena al di Via degli Orti, dava accesso al viale acciottolato che oggi chiamiamo via Roma.
Porta da Piedi, e la Chiesa di San Valentino che la sovrastava fino al 1944 quando venne distrutta, era l’ingresso dal basso del colle, al castello di Calvi dell’Umbria.
Oggi rimane ben poco di questa struttura con arco che, posta appena al di Via degli Orti, dava accesso al viale acciottolato che oggi chiamiamo via Roma.
La Chiesa di San Valentino era una delle quattro parrocchie di Calvi dell’Umbria. Posta in posizione sopraelevata rispetto alla via e alla porta che dava l’accesso all’abitato, ne era parte integrante.
Le cronache del Cinquecento la descrivono di antichissima fondazione ricca di reliquie.
Venne abbandonata alla fine del XIX secolo e poi, resa pericolante dalle mine tedesche, distrutta a metà del secolo scorso.
All’altezza della porta oggi si trova una targa in dedica a una delle donne più coraggiose di Calvi dell’Umbria: Maria Ceccobelli.
Secondo la tradizione, ai tempi in cui Calvi contendeva a Poggio di Otricoli i confini del monte che la sovrasta, un gruppo armato di poggiani giunse di fronte la Chiesa di San Pancrazio, e si impossessò dello stendardo rosso proprio durante la festa del Patrono.
Nei tumulti che ne seguirono, fu proprio Maria Ceccobelli a sottrarre il drappo nascondendolo in grembo. Lungo il tragitto, fermata da armati poggiani disse che portava a casa delle rose e, all’atto di mostrare il contenuto della vesta, miracolosamente lo stendardo si trasformò in quei fiori.
Da quel momento in poi, gli stendardi dedicati al Santo divennero quattro: uno per ognuna delle quattro parrocchie, ma quello rosso, che ogni anno viene portato in processione sulla montagna dedicata al Patrono, simboleggia ancora il possesso calvese del monte.
La Chiesa di San Valentino era una delle quattro parrocchie di Calvi dell’Umbria. Posta in posizione sopraelevata rispetto alla via e alla porta che dava l’accesso all’abitato, ne era parte integrante.
Le cronache del Cinquecento la descrivono di antichissima fondazione ricca di reliquie.
Venne abbandonata alla fine del XIX secolo e poi, resa pericolante dalle mine tedesche, distrutta a metà del secolo scorso.
All’altezza della porta oggi si trova una targa in dedica a una delle donne più coraggiose di Calvi dell’Umbria: Maria Ceccobelli.
Secondo la tradizione, ai tempi in cui Calvi contendeva a Poggio di Otricoli i confini del monte che la sovrasta, un gruppo armato di poggiani giunse di fronte la Chiesa di San Pancrazio, e si impossessò dello stendardo rosso proprio durante la festa del Patrono.
Nei tumulti che ne seguirono, fu proprio Maria Ceccobelli a sottrarre il drappo nascondendolo in grembo. Lungo il tragitto, fermata da armati poggiani disse che portava a casa delle rose e, all’atto di mostrare il contenuto della vesta, miracolosamente lo stendardo si trasformò in quei fiori.
Da quel momento in poi, gli stendardi dedicati al Santo divennero quattro: uno per ognuna delle quattro parrocchie, ma quello rosso, che ogni anno viene portato in processione sulla montagna dedicata al Patrono, simboleggia ancora il possesso calvese del monte.
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La Progressive Web App è parte del progetto “Le Terre dei Borghi Verdi”, realizzato in collaborazione e con il contributo della Regione Umbria – Assessorato al Turismo
©2021 Le Terre dei Borghi Verdi
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